L'attacco terroristico e gli scenari plausibili

(28 Febbraio 2002)



Queste righe vogliono continuare il commento iniziato subito dopo l'attacco terroristico negli USA. Sono state scritte con l'aiuto e la collaborazione del mio amico analista finanziario Dott. Giulio Garsia.

 Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime settimane.

Attacco agli USA. Il commento del 28 Febbraio

Cosa succede

Il comportamento dei mercati non è cambiato da quando abbiamo scritto la nostra ultima nota del 7 febbraio. Gli investitori sembrano determinati a guardare la bottiglia come mezza vuota piuttosto che come mezza piena ! La maggior parte dei dati economici continua ad essere positiva ,però l’analisi dei bilanci societari viene fatta sempre con maggiore "cautela" da parte degli investitori e le voci hanno sempre più spazio nella psicologia degli investitori arrivando spesso a trasformarsi in numeri - leggi calo delle quotazioni - .

Morgan Stanley ha recentemente inviato alla propria clientela un segnale di acquisto sulle azioni europee ottenuto anche applicando un modello matematico che immagina una situazione di deflazione(*) .Naturalmente non sarà uno studio di questo tipo a dare il via agli acquisti. Si può, comunque sperare che l’ormai prossima fine del periodo degli annunci dei dati trimestrali delle società quotate unitamente al protrarsi della diffusione di dati economici positivi possa dare il via ad un cambio di umore. Ieri gli ordini di beni durevoli in America sono aumentati sensibilmente e questo ha portato ad un rialzo delle stime relative alla crescita del primo trimestre . Per quanto riguarda le singole società gli analisti continuano a fornire giudizi molto prudenti , ma questo , da parte degli ottimisti , viene sempre più attribuito ad un eccesso di prudenza e a distorsioni statistiche.

Chi conserva , anche sotto il profilo dei dati economici , una visione negativa del mercato mette in guardia contro l’affidabilità di un modello di previsione della ripresa economica che non terrebbe sufficientemente in considerazione variabili che non erano presenti nei cicli economici visti in precedenza quali il tasso di risparmio (molto basso negli USA) e la spesa in beni capitali (eccessiva (**)). Inoltre invita a riflettere sulla possibile evoluzione del deficit della bilancia dei pagamenti e sui rischi di deflazione .

Avere un deficit di bilancia dei pagamenti vuol dire aver preso in prestito risorse per la propria crescita che ,prima o dopo , devono essere restituite. In altre parole gli Stati Uniti hanno comprato beni e servizi all’estero in misura maggiore rispetto a quelli venduti. L’aggiustamento di questo squilibrio può avvenire in due modi . Tramite un calo del dollaro che faciliti gli acquisti di beni e servizi americani o attraverso un rafforzamento delle economie dei partners commerciali .Un aggiustamento ottenuto tramite un brusco calo del dollaro sarebbe pericoloso poichè aggiungerebbe nuove pressioni deflazionistiche ad un economia globale che non ne ha bisogno basti pensare che in Giappone si aspetta un inflazione negativa per circa un punto percentuale per il 2002 e per il 2003. In realtà la seconda "opzione" è quella che appare più probabile e dovrebbe passare tramite un aumento della domanda in Europa ed un calo contenuto del dollaro. Un dollaro debole porterebbe ,tramite un rialzo dell’inflazione , ad una diminuzione dei consumi interni e ,quindi , anche la seconda opzione presenterebbe i suoi rischi nel momento in cui si dovesse verificare.

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(*) Un clima di deflazione è estremamente sfavorevole per le azioni essenzialmente a causa della presenza di forti pressioni sui margini data l’impossibilità di agire sui prezzi in presenza di inflazione negativa .

(**) Pare che su EBAY ,società quotata sul Nasdaq attiva nella vendita dell’usato tramite internet, siano disponibili a prezzi stracciati diversi macchinari mai usati .

 

 

Questa nota si basa su dati di pubblico dominio ritenuti attendibili ,ma suscettibili di modifiche improvvise. Intende soltanto proporsi come ausilio alla comprensione dei movimenti dei mercati finanziari . Non intende essere uno strumento di analisi nè intende sollecitare qualsivoglia operazione di compravendita di prodotti finanziari .

 

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