L'attacco terroristico e gli scenari plausibili

(4 ottobre 2001)



Queste righe vogliono continuare il commento iniziato subito dopo l'attacco terroristico negli USA. Sono state scritte con l'aiuto e la collaborazione del mio amico analista finanziario Dott. Giulio Garsia.

 Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime settimane.

Attacco agli USA. Il commento di inizio Ottobre

Trascorso  quasi un mese dagli attacchi dell’11 settembre abbiamo pensato di scrivere nuovamente alcune riflessioni unitamente a qualche suggerimento operativo.

Per quanto agli attacchi di New York e Washington non sia seguita, né una reazione indiscriminata da parte degli USA , né altri atti terroristici esiste sempre il rischio che si verifichino nell’area medio orientale eventi in grado di rovesciare governi che  attualmente aderiscano all’alleanza contro il terrorismo e che sono visti da una vasta parte della loro opinione pubblica come illegittimi.

Pertanto, in questa fase, le considerazioni economiche devono sottostare a quanto succede sui versanti politico e militare di questa guerra al terrorismo. Lo sconcerto che ha colpito la popolazione, come si sa, ha aumentato le probabilità di una recessione. Inoltre è salito quello che, nei modelli matematici di valutazione dei mercati, viene definito premio al rischio.

            In questo momento l’unica analisi applicabile ai mercati è quella fondamentale: infatti l’analisi tecnica fornisce da tempo segnali di acquisto ma è fuorviante soprattutto nella misura in cui rimanda a quotazioni (che in qualche caso purtroppo corrispondono a prezzi di carico) ormai  da dimenticare poiché è ormai convinzione unanime che sia Stati Uniti che Europa siano in recessione. Inoltre  la crescita annuale dell’economia mondiale  prevista per i prossimi anni  è intorno al 2.5%. ben al di sotto di quel 4% che aveva sospinto le quotazioni nella seconda parte degli anni novanta.

             Tuttavia le attuali quotazioni appaiono interessanti  anche se non appare probabile una ripresa dei mercati prima di tre mesi. Più in dettaglio si può notare che la discesa dei mercati azionari dura ormai da 18 mesi e che l’indice dei mercati mondiali elaborato da Morgan Stanley ha perso circa il 40% .Un modello elaborato dalla stessa banca  mostra come gli attuali corsi scontino una crescita degli utili pari al 2% annuo nei prossimi 5 anni  contro una crescita media del 7 % negli ultimi 20.

L’attuale crisi è stata fronteggiata da tutte le autorità monetarie con un ribasso dei tassi; in particolare la Fed ha portato i tassi ai minimi dal 1962 avendo tagliato del 4% dall’inizio dell’anno. Il fatto che ci sia stata una pronta reazione da parte delle banche centrali (che hanno immesso un abbondante liquidità a disposizione dei mercati) dovrebbe garantire una crisi di breve durata.

Storicamente, infatti, le recessioni  peggiori sono state quelle in cui sono stati commessi errori di politica fiscale e o monetaria.

 L’economia dovrebbe riprendere a crescere dal secondo trimestre del 2002 e considerando che statisticamente i mercati ripartono circa 4 mesi prima dell’economia reale si arriva a calcolare un periodo di circa tre mesi durante i quale i mercati si manterranno volatili e iper-sensibili agli sviluppi militari e politici.

La strategia consigliata

Riteniamo che una posizione azionaria pari al 60% della propria disponibilità al rischio possa essere costruita (acquistando in momenti diversi) o mantenuta, in assenza di elementi nuovi, nei prossimi tre mesi prestando attenzione anche alle opportunità di trading che probabilmente si presenteranno. Non riteniamo di spingere oltre la percentuale di investimento in attività di rischio poiché le attuali quotazioni risultano interessanti, ma considerano una recessione molto breve, e purtroppo non si può escludere che duri più a lungo. In una recente presentazione alla comunità finanziaria americana il management della CISCO ha dichiarato di aspettarsi una recessione compresa tra 2 e 8 trimestri.

Consigliamo quindi di attivare un meccanismo di versamento automatico che incrementi la posizione azionaria per i prossimi 5 o 6 mesi; per chi, già ora, possiede un portafoglio con una componente azionaria intorno al 60% il consiglio resta quello di mantenere le posizioni.

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