L'attacco terroristico e gli scenari plausibili

(4 Dicembre 2001)



Queste righe vogliono continuare il commento iniziato subito dopo l'attacco terroristico negli USA. Sono state scritte con l'aiuto e la collaborazione del mio amico analista finanziario Dott. Giulio Garsia.

 Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime settimane.

Attacco agli USA. Il commento di Dicembre

Cosa succede

Sono trascorsi due mesi dalla nostra ultima nota in cui , a fronte di prezzi molto interessanti , indicavamo come probabile un rialzo del mercato suggerendo ,però un’esposizione azionaria pari al 60% della propria disponibilità al rischio a causa delle incertezze politiche legate alla guerra in corso.Vogliamo ora fornire ai nostri clienti un aggiornamento su quelle che sono attualmente " le forze in campo" ovvero le opinioni dei principali analisti per quanto riguarda le possibili evoluzioni dei mercati .

Un recente studio di Merril Lynch individua alcune ragioni che hanno portato al calo dei mercati nel 2000-01 ; uno dei più lunghi collegabile, per estensione temporale -18 mesi- e per ribasso dei corsi, a quello provocato dallo shock petrolifero del 1973-74 .

Lo stesso studio sostiene che le medesime variabili, agendo nella direzione opposta , spingeranno il mercato al rialzo nelle prossime settimane. In particolare esiste sui mercati una grossa liquidità ed è attesa una ripresa economica nel 2002 che dovrebbe coinvolgere tutte le aree geografiche .

Il ribasso dei tassi è iniziato da nove mesi e solitamente questo è il lasso temporale necessario perchè entri in circolo lo stimolo monetario .Tale misura ha sempre portato ad un rilancio dell’economia a meno che non siano intervenute circostanze "esterne" particolarmente forti .

Al momento non sono prevedibili eventi di tale portata con l’unica ,pur rilevante, eccezione riguardante eventuali nuovi attentati nel mondo occidentale.

Inoltre il prezzo del petrolio appare in discesa ed è probabile che non ci siano inversioni di tendenza dato che la Russia non sembra essere intenzionata a seguire i paesi OPEC nella loro politica di tagli alla produzione. Recentemente ha tagliato la produzione di 150.000 barili al giorno rimanendo al di sotto delle richieste. Se si pensa che storicamente molti tagli sono stati solo promessi e non realizzati è molto probabile che lo stimolo all’economia continui. Morgan Stanley ha calcolato che l’attuale spinta all’economia legata al ribasso dei tassi e del petrolio non si era mai avuta negli ultimi 40 anni.

Gli elementi che invitano alla cautela sono la possibilità di sorprese negative negli utili aziendali man mano che si vanno concretizzando i maggiori costi legati alla guerra al terrorismo. In Francia Axa ,la maggiore compagnia assicurativa del paese , ha dichiarato in questi giorni che non rinnoverà molti contratti a causa del rischio terrorismo poichè incontra forti difficoltà da parte delle società di riassicurazione. La società chiede un intervento governativo ed anche a queste condizioni ha preannunciato aumenti delle tariffe tra il 35 el’80 per cento oltre a riduzioni delle coperture.

La crescita del PIL americano dopo aver superato il 4% nel 2000 dovrebbe essere dell’uno per cento nell’anno in corso e molto prossima allo zero nel 2002.La ripresa ,al momento, è attesa nella seconda parte del 2002 e dovrebbe essere piuttosto forte – a forma di V piuttosto che a forma di U per usare la terminologia tipica degli economisti – con un aumento nel terzo trimestre e nel quarto del 5% .Se qualcosa in queste previsioni dovesse cambiare la ripresa dei

mercati potrebbe essere a forma di W o peggio .In particolare una eventuale contrazione dei consumi americani potrebbe avere conseguenze anche per la Cina e ,quindi, dare il via ad un serio rallentamento dell’economia mondiale. La crescita economica cinese è molto sostenuta rispetto al mondo occidentale ,ma è importante che si mantenga al di sopra del 7% annuo .A questo scenario , per ora poco probabile , potrebbe anche contribuire una svalutazione della moneta giapponese .Provvedimento che potrebbe essere imposto dall’assenza ,per il rilancio dell’economia di quel paese , sia della leva monetaria – tassi di interesse pari a zero – sia di quella fiscale –fortissimo indebitamento statale -.

Il consiglio che ci sentiamo di presentare ai nostri clienti è quello di mantenere l’esposizione azionaria portandola ,però al 50% , riducendola ulteriormente in caso di strappi del mercato e aumentandola in caso di ribassi poichè riteniamo probabile che nelle prossime settimane il mercato individui un trading range .

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