L'attacco terroristico e gli scenari plausibili


Ho pensato di diffondere un riassunto delle riflessioni fatte dai principali intermediari finanziari a seguito degli eventi che hanno tragicamente colpito gli Stati Uniti.

 Queste righe sono il frutto di una lunga riflessione e di un confronto con il mio amico analista finanziario Dott. Giulio Garsia.

 Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime settimane.

 Come è  noto  investire vuol dire tracciare, in ogni momento, degli scenari, collegare ad ognuno di essi un possibile andamento dei mercati e, se possibile, attribuire ad ognuno di essi un grado di probabilità.

 Storicamente in situazioni di crisi i mercati hanno reagito molto velocemente, sia nei ribassi, sia nei rialzi, in quanto, non  appena tutti i motivi di preoccupazione sono rientrati, la situazione dei mercati è tornata ad essere quella determinata dai fondamentali esistenti prima della crisi. In questo particolare caso, però, lo scenario peggiore, nonché quello intermedio, potrebbero causare un deterioramento  dei fondamentali preesistenti.

 Gli scenari precedenti vedevano, comunque, un mercato molto nervoso diviso tra la percezione di qualche segnale di ripresa economica ed il timore di nuovi profit-warnings nel quarto trimestre dopo quelli di Sun microsystem (importante società quotata sul Nasdaq  ed attiva nel data storage) e di Motorola.

 Il timore di ulteriori profit-warnings era in realtà legato alla possibilità di un crollo dei consumi a causa del calo della fiducia dei consumatori americani colpiti da quella che si prospetta sempre più come un’ondata di licenziamenti.

 In seguito agli  attacchi terroristici dell’11 settembre gli scenari, che naturalmente hanno prima implicazioni  politiche e solo di riflesso economiche, sono i seguenti :

 1 - Lo scenario più ottimistico prevede un rapido assorbimento della crisi  grazie alla  dichiarata disponibilità di tutte le autorità monetarie ad immettere liquidità, alla percezione che la fase di ribasso delle borse dura ormai da 18 mesi (la precedente fase di mercato ribassista nel 1982 era durata 20 mesi) ed alla speranza che il ribasso dei tassi di interesse possa far ripartire gli investimenti (più realisticamente  si verificherà solo un calo degli oneri finanziari a causa del persistente eccesso di capacità produttiva).

 2 - Lo scenario peggiore, come è fin troppo ovvio, si presenterebbe  nel caso di ulteriori attacchi terroristici, di un peggioramento della crisi medio orientale o di un eventuale crescita del sentimento anti-americano tra i paesi meno sviluppati del pianeta e porterebbe ad un ulteriore drastico calo delle quotazioni.

 3 - Uno scenario intermedio è determinato dalla possibilità che i consumi subiscano un forte calo a causa dell'indebolirsi della fiducia dei consumatori per i contraccolpi psicologici dopo quelli relativi alla possibile perdita del posto di lavoro. A questo scenario è associabile un ulteriore calo degli indici stimabile intorno al 10%  in termini di  pura valutazione fondamentale dei corsi ed un calo ben superiore se si pensa allo spazio che può avere la componente psicologica (d'altra parte è stata quella che ha consentito una sopravvalutazione dei mercati e dunque può portare ad un eccesso di ribasso).

 Le probabilità di ciascuno questi scenari è ovviamente difficile da stabilire anche per la difficoltà di dover predire il determinarsi di eventi esterni (politico-militari), ma, al di là di questo, la cosa più probabile è che si concretizzi il terzo scenario, definito qui come intermedio.

 Più in dettaglio ci potrà essere una corsa verso beni rifugio quali  azioni del settore energetico,  farmaceutico e titoli di Stato anche a lunga scadenza; i settori inizialmente più colpiti saranno trasporti, turismo e quello assicurativo, ma gli altri probabilmente seguiranno per la percezione di una crescita economica in forte rallentamento.

 Per quanto riguarda gli sviluppi politici, un relativo sollievo ai mercati potrebbe venire, ovviamente, da una pronta adesione alla richiesta degli Stati Uniti da parte dei cosiddetti paesi canaglia, per quanto la situazione rimarrebbe comunque molto tesa, vista la probabile estensione anche geografica dei gruppi estremisti che hanno in qualche modo appoggiato l’attentato. Anche in questa ipotesi dovrebbe, comunque essere riorganizzata tutta la rete di sicurezza dei trasporti con chiari effetti negativi sulla libera circolazione delle merci e delle persone e, quindi , sull’economia.

 La svolta negativa che potrebbe arrivare ai mercati da un deterioramento del panorama politico è facilmente immaginabile se si pensa che l’Arabia Saudita oltre ad essere il primo produttore mondiale di petrolio è uno dei tre paesi al mondo ad aver riconosciuto il regime dei talebani in Afghanistan.

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